Quattro anni più tardi, però, con l’assunzione, da parte del club partenopeo, della denominazione Associazione Calcio Napoli, anche il celeste fu rimosso: vennero così fissati nell’azzurro e nel bianco i nuovi colori sociali, caratterizzanti l’identità visiva del sodalizio e rimasti, da allora, immutati. La divisa del girone di ritorno, dunque, prevedeva maglia azzurra – con scollo a «V» dotato di colletto, logo del club e main sponsor in bianco, logo dello sponsor tecnico dei tre colori propri del brand – calzoncini bianchi e calzettoni azzurri. L’altra versione della maglia, invece, era totalmente azzurra e, dunque, priva di inserti bianchi, inoltre, era contraddistinta da uno scollo a «V» e provvista di colletto; anche in questo caso, alla casacca, erano abbinati calzoncini bianchi e calzettoni azzurri. Nel 2011, la stessa Disney annunciò che una nuova versione del programma sarebbe andata in onda su Disney Junior in tutto il mondo. È da evidenziare, inoltre, che il marchio dello sponsor principale, per gran parte della stagione, comparve stampato in bianco sulle casacche del Napoli; a partire, però, dalla semifinale di andata della Coppa UEFA 1988-1989, disputata e vinta contro il Bayern Monaco, il logo fu realizzato in due colori, nero e bianco.
I piloti del 5º Stormo Tuffatori, guidati dall’asso Giuseppe Cenni, dopo aver sganciato il loro carico bellico contro i mezzi Alleati, che stavano invadendo la Calabria, furono intercettati dai caccia Spitfire. La vittoria dell’incontro e, più tardi, della competizione europea, fecero sì che la scaramanzia, ancora una volta, avesse la meglio e il marchio del partner commerciale rimase bicromatico per altre due stagioni, maglia napoli 25-26 ovvero fino alla scadenza del contratto di sponsorizzazione. In seguito alla vittoria della Coppa Italia 1975-1976, le jersey dell’annata 1976-1977, che rispecchiavano il medesimo design appena descritto, furono caratterizzate dalla presenza della coccarda distintiva della squadra detentrice del trofeo. Nonostante fosse cambiata, per la stagione 1984-1985, l’azienda di abbigliamento sportivo fornitrice delle divise da gioco, il design della jersey rimase sostanzialmente invariato rispetto all’annata precedente: maglia a tinta unita, sia lo scollo a «V» sia i polsini in azzurro con tre righini bianchi, calzoncini bianchi e calzettoni, inclusi i risvolti, azzurri.
Le maglie delle stagioni 1966-1967, 1967-1968 e 1968-1969, invece, videro, per la prima volta, la comparsa del colletto azzurro, che, così come i polsini o le estremità delle mezze maniche, era ornato da due righini (1966-1967) o da un righino (1967-1969) di colore bianco. La stagione 1975-1976, anno in cui fu disputata la Coppa Anglo-Italiana, il Siracusa si presentava ai nastri di partenza con una casacca suddivisa in tre strisce, di cui i lati stretti bianchi e la parte più larga al centro di colore azzurro. Una versione, realizzata in tessuto a costine, era munita di colletto che prevedeva un taglio a «V» centrale, colletto e polsini, inoltre, erano ornati da una striscia bianca non aderente ai bordi esterni; completavano la divisa, infine, calzoncini bianchi e calzettoni azzurri. Sul finire del decennio, nondimeno, fu ripreso il tipico design dei decenni passati: lo scollo a «V» in tessuto bianco, dunque, tornò nuovamente in auge; non fu lo stesso, però, per il colore di polisini o risvolti delle maniche, realizzati, questa volta, in azzurro. Intorno alla fine degli anni quaranta, il club cominciò ad adottare anche divise che differivano sensibilmente da questo format, ormai divenuto tradizionale: per le stagioni 1947-1948 e 1949-1950, ad esempio, furono scelte delle maglie confezionate con un colletto classico, sempre, di tessuto bianco.
Antonio Juliano nella stagione 1965-1966 e Ottavio Bianchi con la casacca in uso a fine anni sessanta. Gli inglesi e gli scozzesi hanno sviluppato lo sport in quello che è generalmente oggi, con regole che risalgono alla fine del XIX secolo. Nelle stagioni 1978-1979 e 1979-1980, le prime a vendere la comparsa del logo dello sponsor tecnico sulle casacche dei calciatori, le maglie per le gare casalinghe del Napoli erano azzurre, inclusi lo scollo a «V» e le estremità delle maniche, facevano eccezione, però, gli inserti bianchi collocati sulle spalle, che, partendo dal colletto, si restringevano giungendo al bordo delle maniche. I colori sociali della SSC Napoli sono l’azzurro e il bianco, con un’evidente preminenza del primo, rispetto al secondo: non a caso, infatti, i calciatori del team, sovente, vengono indicati come gli «azzurri» e la compagine come la «squadra azzurra». La genesi del club partenopeo, infatti, affonda le proprie radici nel tempo sino ai primi anni del Novecento, quando, furono fondati a Napoli, prima il Naples Foot-Ball Club e, poi, l’Unione Sportiva Internazionale Napoli, quest’ultima sorta per scissione dallo stesso Naples. Le magliette erano adattate ai colori del club e presentavano i loghi degli sponsor, rendendole più desiderabili per i fan.